Metodo di potatura
Tutti i vigneti sono rigorosamente potati, sia nel periodo primaverile che invernale seguendo il metodo “Simonit e Sirch” il cui scopo è di portare le viti ad una “felice vecchiaia”. Piante di 40-50 anni, secondo una ricerca scientifica svizzera, manifestano maggior equilibrio che consente loro di tollerare meglio gli effetti del cambiamento climatico e in particolare la mancanza prolungata di acqua rispetto a viti più giovani portando a produzioni di maggior qualità.
Una potatura attenta
Si è notato inoltre sulle viti più longeve di alcuni vigneti italiani, che la potatura prevedeva tagli molto limitati e che escludeva tagli sul fusto o comunque sul legno di più anni ed è invece realizzata solo su tralci di due anni.
Questa osservazione è alla base del metodo: la vite così potata non ha la possibilità di produrre un callo cicatriziale sulle grandi ferite, mentre può farlo su tagli con tessuti più giovani.
Soluti e Metaboliti
Queste lesioni non solo sono una via d’accesso per i funghi responsabili del mal dell’esca e dell’eutipiosi, ma provocano la morte progressiva di parti importanti di fusto, riducendone l’efficienza nel trasporto dei soluti e metaboliti.
Spesso la presenza di questi tratti di tessuto morto non è avvertita dall’esterno e la morte improvvisa di qualche pianta durante il periodo più siccitoso dell’estate è interpretata come un fatto normale e imprevedibile.
Viti sane e forti
Una potatura poco invasiva permette alla piante non solo di vivere più a lungo ma di garantire produzioni equilibrate mantenendo negli anni la loro naturale vigoria. Questo gli permette di sviluppare nel tempo le proprie difese naturali per contrastare al meglio gli attacchi delle malattie crittogame e di eventuali parassiti.
Viti sane e forti in suoli naturalmente fertili e vivi sono i principali elementi per costruire grandi vini.